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Della Rocca di Rovetino oggi rimangono pochi ruderi nascosti dalla vegetazione, difficilmente individuabili da lontano e che rappresentano le ultime vestigia di questa fortezza. Gli abati farfensi fortificarono l'altura già nell'alto medioevo realizzandovi un torrione, questo castello all' epoca dell' invasione di Federico II era di propietà dei Varano, duchi di Camerino, che nel 1245 furono costretti a cederla agli ascolani, questi a loro volta la concessero in castellania ai Gualtieri. Al tempo di papa Innocenzo IV, nel 1356 Rovetino era con il Porto d'Ascoli, la rocca di monte Calvo e quella di monte Passilio una delle principali fortificazioni del Comitato Ascolano. Nel 1445 papa Eugenio IV investì la Famiglia Saladini della Contea di Rovetino per ricompensala del loro appoggio al Legato della Marca Scarampi che aveva avuto il difficile compito di sottomettere tutto il territorio alla Santa Sede dopo la parentesi francese.
Con l'ascesa al soglio pontificio di Sisto V Rovetino e Rotella passarono alla diocesi di Montalto. La sua fama di luogo inespugnabile era diffusa a tal punto che esiste il detto "Tutto averà fì, fora che la rocca di Rovetì" (tutto avrà fine tranne la rocca di Rovetino), saggezza popolare purtroppo smentita dallo stato attuale del sito, difficile da scoprire se non dopo qualche ricerca. Ciò che resta ci fa indubbiamente pensare ad una possente fortificazione, come peraltro denuncia una vecchia foto raffigurante un torrione quadrato ancora in piedi ai tempi di cui oggi permangono i resti murari di discreto spessore e le cisterne ricavate nella mole della scarpa murata. La parte bassa del sito invece presenta ancora due fosse scavate nel terreno,forse magazzini o neviere del palazzo feudale. Tra gli ultimi cenni storiografici si racconta che alla fine del '800 ci sono ancora pezzi di artiglieria arrugginiti elencati in un inventario del 1601.

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